Probabilmente proveniente dall’Egitto, l’arpa si diffuse in Europa a partire dal XI secolo, in una grande varietà di forme, fra cui la più comune fu la cosiddetta arpa gotica, dalle forme slanciate e “fiammeggianti”, come l’omonimo stile architettonico.
Questo strumento divenne velocemente il prediletto dei menestrelli, che lo usavano per accompagnarsi nelle loro sfide poetiche, e dei pittori, che lo misero in mano agli angeli in moltissime, meravigliose rappresentazioni. L’arpa gotica, poi rinominata “rinascimentale” o “semplice” (in contrapposizione a “doppia” o “tripla”) rimase in uso fino al XVIII secolo, come testimoniato da diversi trattati, affiancando altri modelli di arpe più evolute, con più file di corde o con i pedali.
Esistono arpe gotiche di diverse grandezze, la più comune ha di solito 25 corde e un’altezza di circa un metro; il suo repertorio d’elezione è quello medievale, ma, sapendolo arrangiare, è possibile suonare anche repertorio di periodi successivi.
Affrontare lo studio di uno strumento così antico pone diverse sfide: per esempio, non esistendo un repertorio specifico, bisogna crearlo arrangiando musica vocale o di altri strumenti; non avendo pedali o levette, per ottenere i semitoni bisogna intervenire manualmente sulle corde, premendo sulla cassa o sul modiglione, oppure scordando l’arpa apposta. Queste caratteristiche, che potrebbero far sembrare lo strumento ostico, rendono l’arpa gotica un bellissimo lasciapassare per avvicinarsi e impadronirsi di un repertorio che sembra scomparso, ma in realtà aspetta solo di essere riscoperto.
Il corso è aperto a principianti assoluti e anche ad arpisti con impostazione classica.
L’arpa gotica è anche uno strumento ideale per accompagnarsi nel canto.
Insegnante: Teodora Tommasi